Radio Visone – Voci dal CPS

👐 Crediamo che il tema della salute mentale – così come quello più generale della salute – debba esser politicizzato, per aprirlo alle dimensioni e alle determinanti sociali, politiche e culturali che delineano questo costrutto e definiscono questa condizione.

🏥 Un’apertura che fa a pugni con la scelta scellerata dell’ASST Rhodense di trasferire all’interno dell’ospedale di Passirana gli ambulatori del Centro psico-sociale (CPS) e del Centro diurno disabili gravi (CDD), attualmente ubicati in via Beatrice d’Este. Se quest’ultimo servizio pare esser destinato ad esser seppellito in un seminterrato, la nuova sede del CPS al piano superiore del reparto di psichiatria sembra addirittura voler restaurare la prassi del contenimento sociale a oltre 40 anni dalla legge Basaglia che superò la logica manicomiale proprio aprendo la cura psichiatrica al territorio.

🔓 Si tratta di un atto grave e pericoloso, che mina sia l’attività di prevenzione svolta quotidianamente dagli ambulatori, sia la possibilità di garantire la continuità dei rapporti di cura.
Inoltre, crediamo che non ci possa esser salute né cura al di fuori del contesto sociale, comunitario, collettivo, fatto di relazioni e reti di sostegno e mutuo aiuto tra le persone che abitano e vivono assieme un territorio. Per questo CPS e CDD devono rimanere, così come lo sono ora, all’interno del tessuto urbano e immerso nella vita cittadina e non allontanati dal centro abitato.

📣 In questo podcast di Radio Visone abbiamo raccolto le voci di Chiara e Franco di IncontRho, associazione che si occupa di salute mentale e che riunisce famigliari, cittadini e persone in cura in gruppi di mutuo aiuto e attività di inclusione sociale. Da mesi IncontRho si sta battendo in prima linea contro la decisione dell’ASST di spostare il CPS: Radio Visone vuol fargli da megafono.

⚕️ La Brigata sostiene questa lotta nella convinzione che la vicenda riguardi l’intera nostra comunità: alziamo perciò la voce e rilanciamo l’appello affinché l’amministrazione comunale di Rho e l’ASST Rhodense portino avanti il tavolo di trattativa alla ricerca di una soluzione alternativa a quanto inizialmente prospettato. Perché non c’è cura senza integrazione, senza apertura e senza la possibilità di esser parte del tessuto sociale e del territorio in cui si vive.

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