Un “errore di traduzione”: così l’ASST Rhodense ha giustificato, scusandosi per l’accaduto, le domande “per sole donne” – riguardanti la “preparazione del cibo”, il “governo della casa” e la “biancheria” – contenute nel questionario di valutazione delle capacità di autonomia dei pazienti diffuso dall’ASST, traduzione della scala Iadl (Instrumental activities of daily living).
Errori veri o presunti a parte, quello che è certo è che i ruoli assegnati in quel documento ben traducono l’impronta patriarcale che da sempre cerca di limitare la libertà e l’autodeterminazione delle donne nel tentativo di orientarne le scelte di vita conformandole a modelli subordinati al potere maschile.
Benché felici del rapido dietrofront dell’ASST – che dopo le denunce e il clamore mediatico suscitato ha subito ritirato il documento – riteniamo comunque eccessivamente sbrigative le dichiarazioni della direttrice generale Ida Ramponi sull'”errore di traduzione”: piuttosto che derubricare l’accaduto a una banale “svista”, sarebbe stato più opportuno sottolineare come questa vicenda, tutt’altro che un “caso isolato”, sia invece purtroppo una goccia che cade in un oceano di comportamenti e pratiche che sorreggono un vero e proprio sistema di potere responsabile di discriminazioni, diseguaglianze e violenze di genere. Un sistema contro il quale le donne lottano quotidianamente: solo una manciata di giorni fa, l’8 marzo, la marea dello sciopero globale transfemminista ha riempito Piazza Duomo a Milano.
E nel silenzio, disinteressato e quindi complice, della politica sulla questione – “La Moratti dice che non sa niente” ci informa Luca Palladini, il primo a denunciare l’accaduto – non ci stupiremmo che di questo passo tra i focolai lombardi non tornino in auge i focolari di cui le donne, nella visione ottusamente patriarcale diffusa in questo documento dell’ASST Rhodense, sono gli “angeli” dediti al governo della casa e alla cura della famiglia. Tutti stereotipi che solo la lotta delle donne ha saputo scalfire fino ad abbattere, anche quando sostenuti dalle istituzioni.
Brigata Visone (Rho)